Finanziario

L’Italia primo mercato europeo per incidenza sul PIL
Migliori prospettive nel 2010 per il leasing nautico e per il Nord Italia

Siena - Secondo anno consecutivo di calo per il mercato del leasing italiano. Dopo la flessione del 21% nel 2008, nel 2009 lo stipulato leasing subirà un’ulteriore frenata (nell’ordine del -35% a/a), ritornando ai livelli visti nel 2000 (circa 27 miliardi di euro di stipulato), a seguito di un quarto trimestre che seppur in calo (-20% a/a) dovrebbe mostrare una dinamica comunque migliore rispetto a quanto visto nei primi nove mesi dell’anno (circa 18,4 miliardi di stipulato, -39% rispetto a Settembre 2008 secondo quanto rilevato da Assilea). Le principali società operanti nel comparto (a causa della riduzione dei volumi e della crescita del costo del credito) chiuderanno l’anno con una redditività (risultato di gestione/attivo) in calo di circa il 40% rispetto al 2008. Nel 2010, con il miglioramento del quadro macro e con il conseguente ritorno a segni positivi per gli investimenti fissi lordi e per la produzione industriale (variabili fondamentali per il mercato del leasing), lo stipulato tornerà a crescere ( 9% sui modesti livelli del 2009) e tutto il comparto registrerà una redditività migliore. Migliori prospettive per il settore nautico (anche in virtù delle recenti novità in materia fiscale) e per il Nord Italia; resta predominante il peso del comparto immobiliare.

Sono queste, in sintesi, le principali conclusioni dell’Area Research di BMPS, in collaborazione con MPS Leasing & Factoring, contenute nel report “Analisi e previsioni sul mercato del leasing in Italia”, in cui si traccia un quadro attuale e prospettico del mercato del leasing italiano.

Nell’ultimo quinquennio il mercato del leasing italiano ha mostrato un trend generalmente migliore rispetto alla media dei principali paesi europei (UK, Germania, Spagna e Francia). Nel 2008, il tasso di penetrazione dello stipulato leasing sul PIL è stato del 2,7% contro una media del 2,3%. In termini di consistenze, l’Italia (con valori doppi rispetto a quelli francesi) si conferma secondo mercato europeo, alle spalle della Germania, ma mostra la più alta incidenza sul PIL (8,6%), superiore anche al dato UK (7,3%), che perde la sua storica posizione dominante. Tra i singoli business si segnala il forte peso del comparto immobiliare (60% delle consistenze vs 33% della Germania).

Scendendo all’analisi regionale, si nota un’Italia spaccata in due. Nel 2008, Lombardia, Marche e Veneto hanno mostrato un tasso di penetrazione del leasing sugli investimenti del 50% superiore alla media nazionale e di circa 3 volte superiore a gran parte delle regioni meridionali. Evidenze simili anche nel 2009: nei primi nove mesi circa il 40% del totale nazionale leasing è stato stipulato nella sola Lombardia e nel Veneto. Per il 2010 non sono previste particolari variazioni: la ripresa sarà trainata da Lombardia, Piemonte, Trentino, Veneto ed Emilia Romagna.

Da un punto di vista dell’offerta (consistenze leasing nel 2008), resta forte il ruolo delle società finanziarie, la cui quota di mercato è vicina all’80%; le banche, dopo aver toccato il 30% circa nel 2006, sono ritornate al controllo del 20% del mercato (ossia ai livelli del 2002). Tale situazione è molto differente rispetto a quanto accade nel comparto del credito al consumo, dove banche e società finanziarie si spartiscono a metà il controllo del business.

Proprio l’analisi dei bilanci delle principali società operanti nel settore del leasing (7 società, pari a circa il 60% del mercato) fotografa un business che nella prima metà del 2009 ha riportato una redditività gestionale (Risultato di gestione/Attivo) pari a circa lo 0,16% (meno della metà del corrispondente dato del 2008), conseguenza di una profittabilità in calo (ricavi/attivo pari a 148 bps) e ormai prossima al livello di incidenza degli oneri operativi e di credito (rettifiche e costi/attivo pari a 132 bps). Particolarmente interessante è lo studio ed il raffronto dei trend mostrati dal leasing e dal corporate banking dal 2007 a Giugno 2009: riduzione dei margini sugli impieghi per il leasing (in controtendenza con il corporate banking), ma miglior tenuta sul costo del credito. Se nel 2006, infatti, il leasing mostrava uno “spread” pari a circa 190 bps (vs spread medio corporate banking di 157 bps), a metà 2009 la redditività sui contratti leasing è scesa a 151 bps rispetto ai 210 bps medi del corporate banking. Su tale riduzione hanno in particolare pesato il forte rialzo dei tassi di mercato (euribor 3 mesi) tra metà 2006 e fine 2008 e la crisi di liquidità, che hanno determinato un forte innalzamento del costo del funding combinato con una maggiore difficoltà nel riprezzamento tempestivo delle consistenze (generalmente di una durata media di 5/6 anni) a cui si è associato un generale e deciso deterioramento del merito creditizio della clientela. Sul costo del credito le evidenze della prima metà dell’anno mostrano invece un trend peggiore per il corporate banking (passato dai 54 bps di fine 2008 ai 124 bps di metà 2009) rispetto al leasing stesso (54 bps a fine 2008, 100 bps a Giugno 2009). In virtù di ciò, le attese per fine 2009 per le principali società operanti nel comparto sono quindi di una riduzione della propria redditività operativa del 40% circa; nel 2010 con la ripresa dei volumi, la tenuta dei margini e la parziale discesa del costo del credito, si assisterà a un generale miglioramento dei bilanci del settore. Per tornare ai livelli di redditività del biennio 2006/2007 dovremmo aspettare dopo il 2011.

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