1472
Il Monte dei Paschi di Siena, ritenuta la più antica banca del mondo ancora in esercizio, ebbe origine nel 1472, come "Monte Pio", per volere delle Magistrature della Repubblica di Siena e fu espressamente istituito per dare aiuto alle classi più disagiate della popolazione in un momento particolarmente difficile per l'economia locale. La sua attività, in ideale prosecuzione delle grandi tradizioni commerciali e creditizie della città di Siena, ebbe una rapida evoluzione in senso tipicamente bancario, specie a seguito delle riforme del 1568 e del 1624.
Il primo Monte Pio
Il Monte di Pietà, o Monte Pio, nacque il 27 febbraio 1472 con una delibera del Consiglio Generale della Repubblica. Il 4 marzo 1472, con 196 voti a favore e 14 contrari, il Consiglio della Campana di Siena approvò l'istituzione di un Monte di Pietà al fine di concedere il prestito alle "povare o miserabili o bisognose persone“ con un minimo tasso d’interesse. La sua origine e la sua natura lo qualificano come un istituto del tutto laico, abilitato fin dall’inizio a praticare un interesse del 7,50%, senza perciò aspirare a speculazioni, ma evitando anche il prestito gratuito voluto dai frati Minori Francescani, tenaci propugnatori dei Monti di pietà. “Monte”, in questo caso, indica una raccolta di denaro, offerto o depositato e poi erogato a fini assistenziali.
Il 27 febbraio 1472 il Consiglio Generale della Repubblica di Siena deliberò la nascita di un Monte di Pietà, o Monte Pio, a sostegno delle esigenze della popolazione locale. Il 4 marzo 1472, con 196 voti a favore e 14 contrari, il Consiglio della Campana di Siena approvò l'istituzione del Monte di Pietà al fine di concedere il prestito alle “povare o miserabili o bisognose persone” con un minimo di tasso d’interesse. La sua origine e la sua natura lo qualificarono come un istituto laico, abilitato fin dall’inizio a praticare un interesse del 7,50%, senza perciò aspirare a speculazioni, ma evitando anche il prestito gratuito voluto dai frati Minori Francescani, tenaci propugnatori dei Monti di Pietà. “Monte”, in questo caso, indica una raccolta di denaro, offerto o depositato e poi erogato a fini assistenziali.
Il 27 febbraio 1472 il Consiglio Generale della Repubblica di Siena deliberò la nascita di un Monte di Pietà, o Monte Pio, a sostegno delle esigenze della popolazione locale. Il 4 marzo 1472, con 196 voti a favore e 14 contrari, il Consiglio della Campana di Siena approvò l'istituzione del Monte di Pietà al fine di concedere il prestito alle “povare o miserabili o bisognose persone” con un minimo di tasso d’interesse. La sua origine e la sua natura lo qualificarono come un istituto laico, abilitato fin dall’inizio a praticare un interesse del 7,50%, senza perciò aspirare a speculazioni, ma evitando anche il prestito gratuito voluto dai frati Minori Francescani, tenaci propugnatori dei Monti di Pietà. “Monte”, in questo caso, indica una raccolta di denaro, offerto o depositato e poi erogato a fini assistenziali.
La nascita del Monte
Una coraggiosa resistenza non bastò a salvare l’antica repubblica di Siena contro gli eserciti alleati dell’imperatore Carlo V e del duca di Firenze, Cosimo de’ Medici, che, al termine di un lunga guerra, nel 1557 ebbe in feudo l’antico Stato senese. I senesi ottennero però di mantenere alcune antiche magistrature e fu accettata la loro richiesta di poter riprendere l’attività del Monte Pio che il 14 ottobre 1568 ebbe un nuovo statuto, conforme a quello del Monte di pietà di Firenze. I documenti contabili del Monte Pio testimoniano il progressivo sviluppo del credito agricolo e fondiario e del prestito fruttifero.
Nel 1580 con l’assunzione del servizio di esattoria dell’Ufficio pubblico dell’Abbondanza il Monte Pio confermò il suo ruolo di banca pubblica. La convinzione di dover ampliare le azioni di beneficenza del Monte Pio spinsero i cittadini senesi a chiedere la creazione di un nuovo istituto bancario, che potesse fornire un sostegno finanziario all’economia cittadina in difficoltà. In particolare la nuova banca avrebbe dovuto agevolare gli agricoltori e gli allevatori di bestiame, nonché alcune istituzioni cittadine, permettendo anche forme di deposito di capitali privati. Il Granduca accolse la richiesta, ma a condizione che a garanzia dell’istituzione della nuova banca fossero vincolate le rendite dei pascoli demaniali della Maremma. Nel 1624 si giunse quindi alla fondazione del nuovo istituto, che doveva essere amministrato da otto cittadini appartenenti alla classe nobile. Le rendite dei pascoli maremmani detti “Dogana dei Paschi” (da cui derivò il nome del Monte dei Paschi) furono divise in porzioni del valore di cento scudi, da collocarsi presso i risparmiatori attraverso titoli che garantivano una rendita annuale del 5%.
Nel 1580 con l’assunzione del servizio di esattoria dell’Ufficio pubblico dell’Abbondanza il Monte Pio confermò il suo ruolo di banca pubblica. La convinzione di dover ampliare le azioni di beneficenza del Monte Pio spinsero i cittadini senesi a chiedere la creazione di un nuovo istituto bancario, che potesse fornire un sostegno finanziario all’economia cittadina in difficoltà. In particolare la nuova banca avrebbe dovuto agevolare gli agricoltori e gli allevatori di bestiame, nonché alcune istituzioni cittadine, permettendo anche forme di deposito di capitali privati. Il Granduca accolse la richiesta, ma a condizione che a garanzia dell’istituzione della nuova banca fossero vincolate le rendite dei pascoli demaniali della Maremma. Nel 1624 si giunse quindi alla fondazione del nuovo istituto, che doveva essere amministrato da otto cittadini appartenenti alla classe nobile. Le rendite dei pascoli maremmani detti “Dogana dei Paschi” (da cui derivò il nome del Monte dei Paschi) furono divise in porzioni del valore di cento scudi, da collocarsi presso i risparmiatori attraverso titoli che garantivano una rendita annuale del 5%.
La riforma dei Lorena
Nell’ultimo periodo del governo di Gian Gastone de’ Medici l’amministrazione del Monte dei Paschi e quella del Monte Pio subirono notevoli difficoltà finanziarie. Ma nel 1737, con la morte di Gian Gastone, la famiglia Medici si estinse e la Toscana passò sotto la dinastia dei Lorena che dettero nuovo impulso alla banca. Con il rescritto deI 1759 fu incrementata la potenzialità del Monte, assoggettando nello stesso tempo la sua amministrazione al controllo governativo. In questi anni il Monte ebbe spesso difficoltà a rispondere alle crescenti domande di prestito; la raccolta del risparmio attraverso l’emissione delle sue obbligazioni non poteva infatti oltrepassare il limite del fondo di garanzia che più di una volta fu quindi ampliato dal governo su richiesta della Banca.
Durante i venticinque anni di regno di Pietro Leopoldo, iniziato nel 1765, il controllo governativo sul Monte si accrebbe notevolmente e in particolare nell’ultimo decennio del suo governo la banca subì decisivi mutamenti strutturali, il primo dei quali fu l’unificazione — nel 1784 — del Monte dei Paschi e del Monte Pio sotto il nome di Monti Riuniti. Fu inoltre definitivamente abolita anche la competenza giudiziaria penale e civile per i magistrati del Monte.
Nel 1786 poi, fu deciso che la nuova Comunità civica senese eleggesse ogni tre anni fra i nobili della città otto Deputati — ovvero amministratori - dei Monti Riuniti. Di questa Deputazione faceva parte anche il Provveditore, che già veniva nominato dal sovrano. Quasi tutti membri dell’aristocrazia terriera locale, i nobili senesi incaricati di amministrare la banca non dimenticarono i vincoli che legavano i Monti al territorio e alle istituzioni senesi. Frequenti furono, infatti, le elargizioni caritative decise anche per far fronte a molti problemi di carattere straordinario come il disastroso terremoto che colpì Siena il 26 maggio 1798.
Durante i venticinque anni di regno di Pietro Leopoldo, iniziato nel 1765, il controllo governativo sul Monte si accrebbe notevolmente e in particolare nell’ultimo decennio del suo governo la banca subì decisivi mutamenti strutturali, il primo dei quali fu l’unificazione — nel 1784 — del Monte dei Paschi e del Monte Pio sotto il nome di Monti Riuniti. Fu inoltre definitivamente abolita anche la competenza giudiziaria penale e civile per i magistrati del Monte.
Nel 1786 poi, fu deciso che la nuova Comunità civica senese eleggesse ogni tre anni fra i nobili della città otto Deputati — ovvero amministratori - dei Monti Riuniti. Di questa Deputazione faceva parte anche il Provveditore, che già veniva nominato dal sovrano. Quasi tutti membri dell’aristocrazia terriera locale, i nobili senesi incaricati di amministrare la banca non dimenticarono i vincoli che legavano i Monti al territorio e alle istituzioni senesi. Frequenti furono, infatti, le elargizioni caritative decise anche per far fronte a molti problemi di carattere straordinario come il disastroso terremoto che colpì Siena il 26 maggio 1798.
La Banca dal XIX° al XX° secolo
Dopo la caduta di Napoleone e la restaurazione dei Lorena, il Monte dovette affrontare una completa riorganizzazione che portò, nel 1833, anche all’istituzione di una Cassa di risparmio. Nel 1872 fu approvato un nuovo statuto che ribadì che il Monte era “un’istituzione della città di Siena” e perciò il Comune ne aveva “la sovrintendenza, direzione e tutela”. Fu allora stabilito che almeno la metà degli utili netti annuali fosse destinata ad aumentare il patrimonio del Monte, mentre il resto poteva essere “erogato in opere di beneficenza e di pubblica utilità per la città di Siena.
Il nuovo statuto favorì anche lo sviluppo dell’esercizio del Credito agricolo, assunto nel 1870 dalla Cassa di risparmio che fu autorizzata ad emettere Buoni agrari, utilizzati dal pubblico per molti anni come vera carta moneta. Il Monte riuscì a passare indenne attraverso gli scandali bancari di fine secolo e nel 1910 era al secondo posto in Italia fra gli istituti aventi fondamentale carattere di Cassa di risparmio con sedi a Firenze, a Livorno, a Lucca e in altre diciassette città. La progressiva espansione della banca portò al riconoscimento della sua natura di istituto di diritto pubblico col decreto-legge del 12 marzo 1936. Il nuovo statuto privò in parte la città di Siena della prerogativa di provvedere alla nomina di tutti gli amministratori della banca e soppresse la Cassa di risparmio e il Monte Pio, che furono assorbiti dall’azienda bancaria. Nel 1995, con Decreto del Ministro del Tesoro, l'azienda bancaria è stata conferita in Banca Monte dei Paschi di Siena costituita nella forma di società per azioni. A partire dal giugno 1999, Banca Monte dei Paschi è quotata presso il Mercato Telematico Azionario della Borsa Italiana e fa parte, da settembre '99, dell'Indice più rappresentativo del mercato, il FTSE Mib.
Il nuovo statuto favorì anche lo sviluppo dell’esercizio del Credito agricolo, assunto nel 1870 dalla Cassa di risparmio che fu autorizzata ad emettere Buoni agrari, utilizzati dal pubblico per molti anni come vera carta moneta. Il Monte riuscì a passare indenne attraverso gli scandali bancari di fine secolo e nel 1910 era al secondo posto in Italia fra gli istituti aventi fondamentale carattere di Cassa di risparmio con sedi a Firenze, a Livorno, a Lucca e in altre diciassette città. La progressiva espansione della banca portò al riconoscimento della sua natura di istituto di diritto pubblico col decreto-legge del 12 marzo 1936. Il nuovo statuto privò in parte la città di Siena della prerogativa di provvedere alla nomina di tutti gli amministratori della banca e soppresse la Cassa di risparmio e il Monte Pio, che furono assorbiti dall’azienda bancaria. Nel 1995, con Decreto del Ministro del Tesoro, l'azienda bancaria è stata conferita in Banca Monte dei Paschi di Siena costituita nella forma di società per azioni. A partire dal giugno 1999, Banca Monte dei Paschi è quotata presso il Mercato Telematico Azionario della Borsa Italiana e fa parte, da settembre '99, dell'Indice più rappresentativo del mercato, il FTSE Mib.
1624
In particolare, lo Statuto del 1624 varò l'adozione di progredite strutture operative, che legarono ancor più strettamente l'attività del Monte all'economia dell'area di insediamento. In seguito a questa riforma, la Banca acquisì anche l'attuale denominazione. Nella circostanza, infatti, il Granduca Ferdinando II di Toscana concesse ai depositanti del Monte la garanzia dello Stato, vincolando a tale scopo le rendite dei pascoli demaniali della Maremma (i cosiddetti "Paschi"). Il Monte dei Paschi estese gradatamente la sua attività ad aree sempre più vaste della Toscana e al momento dell'unificazione d'Italia si presentò come una delle più solide strutture bancarie nazionali, iniziando nuove attività, tra cui il credito fondiario, prima esperienza in Italia.
1907-1930
La Banca esce dai confini delle due province tradizionali ed inizia ad operare in un crescente numero di regioni (apre le filiali di Empoli, Firenze, Perugia, Napoli e Roma). Partecipa alla costituzione di Banca Toscana.
1936
Il Monte dei Paschi di Siena, a riconoscimento della sua natura giuridica pubblicistica, viene ufficialmente dichiarato Istituto di credito di diritto pubblico e si dota di un nuovo Statuto, che, pur con diverse modifiche successivamente apportate, rimane in vigore fino al 1995, quando una nuova, profonda trasformazione istituzionale interviene nella vita della Banca.
1946-1989
La Banca consolida la sua presenza nel territorio nazionale e varca i confini aprendo filiali e uffici nei maggiori centri finanziari mondiali: New York, Singapore, Francoforte, Londra.
1990-1994
È la prima Banca in Italia a diversificare la propria attività nella bancassicurazione, attraverso MontePaschi Vita. Opera nel comparto dei fondi comuni di investimento, tramite Ducato Gestioni, potenziando inoltre la sua presenza nel credito a medio e lungo termine, tramite l'acquisto del Mediocredito Toscano e dell'Istituto Nazionale per il Credito Agrario, le cui attività confluiranno in MPS Banca per l'Impresa. Acquisisce partecipazioni di controllo anche in banche estere, in Belgio, Svizzera e Francia.
1995
Con Decreto del Ministro del Tesoro dell'8 agosto 1995 viene data origine a due enti: la Fondazione Monte dei Paschi di Siena e la Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.Il primo ente ha per scopo statutario il perseguimento di finalità di assistenza e beneficenza, nonché di utilità sociale nei settori della ricerca scientifica, dell'istruzione, della sanità e dell'arte, soprattutto con riferimento alla città ed alla provincia di Siena, ed è la diretta prosecuzione dell'originario Monte, istituto di diritto pubblico.Nel secondo confluisce l'azienda bancaria, la Banca Monte dei Paschi di Siena che, a capo dell'omonimo Gruppo, svolge attività creditizie, finanziarie ed assicurative.
1999
Il 25 giugno 1999 la Capogruppo quota le proprie azioni alla Borsa Valori di Milano, segnando una tappa fondamentale sul sentiero del rafforzamento competitivo e dimensionale del Gruppo.
2000-2005
Con la quotazione in Borsa inizia un'intensa fase di espansione territoriale e operativa, caratterizzata dai seguenti principali sviluppi:
- acquisizione di partecipazioni in alcune banche regionali con forte radicamento territoriale, fra cui Banca Agricola Mantovana;
- potenziamento delle strutture produttive nei segmenti strategici del mercato, attraverso lo sviluppo di società prodotto: Consum.it nel comparto del credito al consumo, MPS Leasing & Factoring nel parabancario, MPS Finance nel settore dell'investment banking, MP Asset Management SGR nel risparmio gestito, MPS Banca Personale nella promozione finanziaria;
- accentramento in MPS Banca per l'Impresa delle attività nel settore del credito specializzato alle imprese e dei servizi di corporate finance;
- sviluppo della produttività commerciale, con l'obiettivo di migliorare il livello di assistenza e consulenza ai risparmiatori e alle imprese, attraverso modelli di servizio specializzati per segmento di clientela;
- consolidamento dell'attività in alcune realtà di rilievo strategico, quali i mercati del private banking e, a seguito della riforma pensionistica, del risparmio previdenziale; attuazione di un vasto programma di apertura di nuovi sportelli nel Gruppo, con l'obiettivo di una rete di oltre 2.000 filiali a fine 2006.
2008
Con l’acquisizione di Antonveneta, realtà nata da un processo di fusioni e aggregazioni di banche fortemente radicate nel Nordest, Banca Mps si trasforma da realtà multi-regionale a banca di rilievo nazionale, mantenendo uno stretto legame con le comunità locali e svolgendo un ruolo attivo nel sostegno e nella valorizzazione del tessuto economico in cui opera.
2014
Nasce Widiba, la banca online del Gruppo che con una piattaforma tecnologica altamente innovativa e la consulenza professionale dei Personal Advisor coniuga ascolto e attenzione nella costruzione di relazioni profonde e durature. Widiba debutta sul mercato nel settembre 2014, dopo un anno di condivisione con oltre 150 mila utenti che contribuiscono concretamente alla sua nascita: dall’ideazione e selezione del nome (WIse-DIalog-BAnk) alla proposta di 3.500 idee che si sono trasformate in servizi e prodotti che vengono offerti alla clientela.
2017
A seguito di un’operazione di rafforzamento patrimoniale da 8,3 miliardi di euro, il Ministero dell’Economia e delle Finanze diventa il primo azionista di Mps mentre la Banca avvia un radicale processo di rinnovamento orientato all’innovazione, alla razionalizzazione delle risorse riportando il cliente al centro della propria attività.