Finanziario

Al via l’emissione subordinata (12NC7 Lower Tier II) per 400 milioni di euro di Banca MPS curata da MPS Finance e Deutsche Bank, che hanno agito in veste di Joint Bookrunners e Joint Lead Managers.

Per Banca MPS si tratta della prima operazione sul debito con un tipo di struttura che prevede scadenza 12 anni e un’opzione call a 7 anni e rappresenta, con un rendimento di 60 punti base sopra il Mid Swap dell’EUR di durata equivalente, l’emissione al prezzo più basso mai realizzato dalla Banca.

La scadenza finale è prevista in data 24 settembre 2015 e al settimo anno sarà appunto possibile esercitare una opzione di tipo call. Nel caso di mancato esercizio dell’opzione la cedola diverrà variabile e legata all’Euribor a tre mesi e pagherà ulteriori 60 punti base oltre il rendimento fissato (cd. step-up).

All’emissione, che rientra nell’ambito del programma di raccolta a medio-lungo termine di BMPS denominato Debt Issuance Programme, sarà attribuito un rating A2/A-/A da parte, rispettivamente, di Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch. Il titolo sarà inoltre quotato alla Borsa del Lussemburgo.

“Questa operazione ha rappresentato per noi un autentico successo, con l’emissione meno cara di tutti i tempi per Banca MPS.” - dichiara Gianluca Baldassarri, responsabile dell’Area Finanza di Banca MPS - “La particolare struttura, innovativa per durata (scadenza a dodici anni e opzione call a sette rispetto alle tradizionali scadenze a dieci anni e opzione call a cinque), unitamente al momento di mercato che vede un sostanziale restringimento degli spreads, hanno consentito alla Banca, nell’ambito di un normale programma di emissione di debito, di allungare la duration del passivo ad un prezzo molto basso.”

L’emissione ha ricevuto un’eccezionale accoglienza da parte degli investitori europei, molto ben diversificati per localizzazione geografica e tipologia. Nella sola prima giornata di pre-marketing sono stati raccolti ordini per oltre 450 milioni di euro, tanto da far lievitare l’iniziale importo, previsto intorno ai 350 milioni di euro, fino a 400 milioni.

“Tutto questo conferma l’apprezzamento del mercato per la carta di emittenti bancari e l’abbondanza di liquidità a fronte dell’esiguo numero di emissioni, 3 sole nel corso del 2003”, conclude Baldassarri.

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